lunedì 4 febbraio 2013

Batte il cuore come un tamburo... di pistola


Nei film dei cowboy funzionava sempre.
Una fila di bottiglie allineate lungo un tavolaccio o una staccionata: il bersaglio perfetto per allenarsi con la pistola. Bum! Bum! Bum! E il ragazzino brufoloso assetato di vendetta conquistava una mira infallibile, l’imbranato del villaggio si trasformava in un pistolero formidabile.
Le bottiglie vuote tutte in fila sulla tavola, la festa ormai finita: eccoli lì tutti i bersagli che le servivano per imparare a sparare come si deve. Scostò una ciocca di capelli dagli occhi, divaricò leggermente le gambe, fasciate dal vestito a fiori della domenica, e bilanciando meglio il peso del corpo allungò davanti a sé le braccia magre, saggiando il peso della pistola, sentendolo crescere tra le mani strette, dalle nocche sbiancate.
Respirando piano dalle labbra socchiuse, si concentrò su una bottiglia di Merlot, sovrapponendo al sottile collo di vetro quel viso che avrebbe volentieri fatto saltare come un tappo di sughero. Senza abbassare la pistola, ripensò a come tutto era cambiato da quando lui era entrato nella sua vita: le urla continue, la prepotenza... e quelle mani appiccicose che le metteva dappertutto... Pensò anche a come si era ritrovata sola, messa in un angolo, costretta a fingere di amarlo...
Tutto il suo corpo tremava ora attraversato dalla tensione del dito sul grilletto.
“Martinaaaaa?!” La voce della mamma mandò in pezzi quel sogno ad occhi aperti, le dita strette a mimare la pistola si sciolsero seguendo le mani lungo i fianchi. “Hai finito di sparecchiare là fuori?”.
La ragazzina tirò un respiro profondo: prima di voltarsi verso la finestra cui si affacciava la madre, atteggiò le labbra ad un sorriso a trentadue denti che rivolse sorniona al fratellino, mollemente accoccolato tra le braccia della mamma, impegnato a succhiarsi vigorosamente una manina bavosa.
Il mezzogiorno di fuoco era solo rimandato.

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